paolobeccari.net ________
 
 
  home_contatti_progetti_informazioni_credits
sito in costruzione

 

 

 

 

 

 




pellicola e
digitale

prezzi
note legali
glossario
faq




grana o pixel
pragmatismo e romanticismo in fotografia

Da un paio di anni quasi tutte le fotografie che scatto per lavoro sono realizzate in digitale.
I flussi di lavoro in editoria e in pubblicità sono tutti digitali, le tempistiche richieste sono sempre più strette e, come sempre, il denaro è al centro.
I progressi qualitativi di questi ultimi anni hanno permesso ai fotografi di non rimpiangere la pellicola nella quasi totalità dei casi: immediata fruibilità dell’immagine,nessuna spesa per acquisto di pellicola, nessuna spesa di sviluppo e provinatura, nessun rischio di graffi o errori in fase di sviluppo!
Anche quando il cliente richiede le foto stampate su carta il digitale fa buon gioco: un flusso di lavoro digitale ben calibrato permette al fotografo di dominare variabili che nella fotografia analogica sono appannaggio del tecnico di camera oscura. Luminosità, contrasti, dominanti di colore si possono gestire con grande precisione.
La mancanza della pellicola si fa sentire in due circostanze: Una di ordine strettamente emozionale, l’altra più pratica e connessa con l’uso del bianco e nero.
Il fascino per la pellicola e il suo processo quasi alchemico, l’attesa carica di emozione prima di poter vedere il risultato del proprio lavoro sono emozioni rinunciando alle quali si perde parte del piacere professionale.
Nel bianco e nero, poi, il digitale non è in grado di garantire la gamma tonale e la varietà di effetti ottenibili in camera oscura, allora è di nuovo nostalgia per l’emozione di vedere comparire sulla carta immersa nel bagno di sviluppo il risultato cercato, per il vigile torpore che si prova in camera oscura dopo ore passate immersi tra la luce debolissima e innaturale delle lampade di sicurezza e il pungente odore dei composti chimici.
Alla fine l’uso della pellicola ha veri vantaggi soprattutto nella fotografia in bianco e nero in particolare quando l’immagine definitiva non deve passare attraverso il flusso di lavoro dell’editoria o della pubblicità.